In Occasione di un incontro Informativo Gratuito previsto a Dicembre a Latina presso Nature Lab, la padrona di casa Rossella Zagami, Naturopata ha voluto sapere di più rispetto alla pratica del babywearing, e davanti ad una tazza di tè Margherita Ferraro, Neuropsicomotricista dell’età evolutiva, ha risposto ad alcune sue domande .
Margherita, spiegaci un po’ di cosa si tratta e in che consiste il babywearing.
Chi è interessato al mondo della gravidanza, della nascita , dei neonati avrà certamente sentito la parola babywearing che fa pensare a qualcosa di estremamente moderno.
Dall’inglese la traduzione letterale è indossare il bambino, metterselo addosso, portarlo con sé, grazie all’aiuto di lunghe fasce di tessuto elastiche o rigide o di marsupi.
Parola giovane che racchiude un’arte molto antica, utilizzata in passato sia in Oriente che in Occidente e che attualmente si sta riscoprendo e diffondendo anche in Italia.
Perché una madre (o un padre) dovrebbero preferire indossare il proprio neonato piuttosto che portarlo in un passeggino?
Possiamo iniziare con il dire che sempre più numerosi sono gli studi che affermano l’importanza del contatto fisico tra madre e bambino e confermano che un bambino tenuto in braccio cresce più sereno , piange di meno.
Non solo la ricerca, che è il linguaggio della nostra società che dà autorevolezza al sapere ma anche le esperienze raccontate dalle mamme e dalle famiglie che portano i bambini in fascia o con marsupi per esempio, dimostrano quanto il babywearing sia di supporto e di sostegno nella vita di tutti i giorni.
Il babywearing apporta numerosi e notevoli benefici a breve e a lungo termine nella vita di una neo mamma o mamma per la seconda e terza volta e del suo bambino.
Portando il bambino in fascia ci si prende cura anche dello sviluppo della sua colonna vertebrale e delle anche perché le posizioni in cui viene messo in fascia rispettano al meglio la posizione fisiologica. Anche la schiena del genitore ne trae i suoi benefici, il peso del bambino viene omogeneamente distribuito sulla schiena e sul corpo e scaricato in modo efficace.
Quindi i vantaggi sono anche per il genitore, non solo del bimbo?
Indubbiamente. Permette alla mamma e al bambino di incontrarsi, di conoscersi e di stare vicini, ascoltandosi ad un livello più profondo. Tale contatto favorisce la produzione di ormoni molto importanti, soprattutto nei primi delicati momenti dopo la nascita: ossitocina e prolattina. Veri e propri salvavita che sostengono il legame tra mamma , papà e bambino , facilitano la possibilità di un allattamento naturale e riducono il rischio di depressione post partum a cui le neomamme sono esposte proprio a causa di una labilità ormonale ed emozionale.
Inoltre da non trascurare sono i benefici di tipo pratico: la mamma o chi porta, indossando il proprio bambino può avere le mani libere, per occuparsi anche di altro continuando ad avere cura del piccolo. Può dedicarsi alle faccende domestiche o prendersi cura anche degli altri figli. Portando i bambini riduciamo anche il rischio, rispetto ai passeggini o alle carrozzine di esporli alle polveri causate dallo smog e dall’ inquinamento che tendono a depositarsi verso il basso.
Perché affidarsi ad una consulente è molto complicato indossare una fascia o un supporto simile?
Affidarsi ad una consulente permette di avviarsi a questa pratica in tutta sicurezza, imparando le regole d’oro per un corretto babywearing. La consulente è una persona che si forma, approfondendo sia una parte pratica che teorica sullo sviluppo del bambino e accompagna e sostiene la famiglia in questa strada. Insegna le legature e le indirizza verso la scelta del supporto più adatto alle esigenze che si presentano.